February 12, 2007

Antipasti di "...tasty..."














Ce l'avevano anticipata ed eccola, anche se in versione concentrata per il momento.
Un' antipasto da Rockit:

"L’impasto sonoro proposto non ha più nulla a che vedere con la techno. Per tagliare la testa al toro, diciamo che per qualcuno sarebbe un disco “astratto”, per altri addirittura “ostico”, io dico solo “strumentale” ed aggiungo: “d’atmosfera”. Non è difficile rimanere ammaliati da tracce come “Blue nail varnish” ed i suoi campanellini nostalgici o da “I can see the pixels in your eyes”: forse ricordano un po’ i Mùm ed i Boards of Canada (guardando la grafica del loro sito, non si può non notare un particolare attaccamento ad Eoin e Sandison) , ma alla fine dei conti si fanno ascoltare con piacere, e questo è più importante. "

Grazie a Simone Caronno, il recensore, e a Rockit[per la pubblicità durante lo Stfu]

February 08, 2007

Tra l'indie ed il pop, sta l'elettronica.

Recensione del nostro discaccio su Indiepop.it.
Potete leggerla qui, direttamente dal loro sito, o continuare a leggere il post.
Chiaramente, un ringraziamento speciale va a Michelone [colui che ne ha scritto], presenza fondamentale sia nei miei disperati tentativi di far qualcosa di buono nel mondo musicale sia nelle serate romane e non[Emiliano capirà bene...].

"Una cosa è certa: i romani Mickey Eats Plastic sanno il fatto loro. Sanno bene quel che fanno e lo fanno bene. Curano il suono con la maestria di veri e propri veterani. Stupiscono. "People eating tasty people" è un condensato di idee e di trovate melodiche che non può non appassionare. Ti entra dentro lentamente, ti accompagna e già dopo il secondo ascolto sai che ce ne saranno molti altri. I suoni adottati sono familiari (Boards of Canada, múm, Fennesz, casa Morr Music, Hood, M83, Berg Sans Nipple), le melodie pop mai banali e variegate. I glitch dosati al punto giusto. Immagino che loro stessi siano coscienti del fatto che chiunque si imbatterà nel loro "People eating tasty people" li inserirà nella "grande famiglia indietronica". Un'operazione immediata anche per me, come negarlo. Chi scrive recensioni deve cercare dei punti di riferimento a cui appoggiarsi, se non altro per aiutare il povero lettore a capirne qualcosa. Ma non per questo mi sento di dire che i Mickey Eats Plastic siano puramente derivativi. L’ascolto accurato dei temi che ci propongono tende a svelare delle capacità compositive non indifferenti e delle linee tutt’altro che scontate. Insomma, il loro "modus operandi" è sicuramente indietronico – il computer è utilizzato nient’altro che come uno strumento musicale per manipolare e unire suoni che in molti casi provengono da fonti esterne come chitarre, organi, voci – ma tutto il resto è farina del loro sacco. Andate sul loro sito, il loro album è scaricabile per intero e gratuitamente. Assaggiare per credere.

Nota di rilievo: i Mickey Eats Plastic hanno da poco vinto un contest promosso dai Giardini di Mirò concernente il remix di "Broken by". Fra i 130 partecipanti hanno vinto (che brutta parola, troppo competitiva, ma non ne trovo un’altra) proprio loro. Complimenti! "

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